Oggi nella storia. Idi di marzo del 44 a.C.: l’assassinio di Giulio Cesare

Alcune date del calendario romano avevano un nome specifico: con il termine idi si indicava il tredicesimo giorno di ogni mese, eccetto per marzo, maggio, luglio e ottobre, nei quali indicava il quindicesimo.

Le idi più famose sono quelle di marzo, che si celebravano nel mese dedicato al dio della guerra Marte. I romani infatti chiamavano questo mese Martius.

In genere queste date erano propizie per i romani, giornate favorevoli alle buone notizie. Non fu sempre così però: Giulio Cesare, uomo considerato straordinariamente fortunato dai suoi contemporanei, venne assassinato proprio durante le idi di marzo del 44 a.C.

Secondo quanto riporta lo storico Plutarco, Cesare fu avvertito del pericolo, ma lo ignorò, scegliendo di affidarsi alla sua fortuna. Plutarco scrisse:

«Un veggente lo aveva avvertito del gravissimo pericolo che lo minacciava alle idi di marzo, e quel giorno, mentre si recava in Senato, fece chiamare il veggente e gli disse ridendo: “Le idi di marzo sono già arrivate”; e il veggente rispose “Si, ma non sono ancora passate”».

E così quel giorno Giulio Cesare fu assassinato da un gruppo formato da circa una ventina di senatori, guidati da Gaio Cassio, Marco e Decimo Bruto. Essi temevano che Cesare volesse proclamarsi re di Roma e così agirono poichè, considerandosi i difensori della tradizione, erano contrari a ogni forma di potere personale.

“La morte di Cesare”, dipinto di Vincenzo Camuccini