La crisi dell’Ancien Régime e la Rivoluzione francese

  • Quando: 1789
  • Dove: Francia
  • Chi: popolo francese
  • Cause: economia agricola e arretrata, crisi finanziaria, la monarchia non era ben vista da molti, privilegi ai nobili e al clero
  • Conseguenze: il re non aveva più il potere assoluto, nobili e clero non avevano più i privilegi,
  • Eventi chiave: convocazione Stati Generali, il Terzo stato si autodefinisce Assemblea Nazionale, presa della Bastiglia, abolizione degli obblighi feudali, approvazione della Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino

Con lo scoppio della rivoluzione francese nell’estate del 1789, si chiude un’epoca: le conseguenze della rivoluzione hanno profondamente trasformato la società, non solo quella francese, ma quella di tutto il mondo. Inizia così la storia contemporanea.

La crisi dell’antico regime sfociò nella rivoluzione: il Terzo stato rivendicò i propri diritti contro i privilegi e gli abusi della nobiltà e del clero. L’illuminismo e la rivoluzione americana influenzarono quest’evento; la monarchia non era ben vista da molti e la crisi economica aumentava. Dopo la rivoluzione, il re non aveva più il potere assoluto, il clero e i nobili non avevano più i privilegi e non si potè più tornare indietro.

La crisi dell’ancien régime

Vediamo la situazione in Francia alla fine del Settecento, situazione che portò allo scoppio della rivoluzione francese:

  • l‘economia era ancora agricola e molto arretrata: l’80% della popolazione coltivava la terra ma quasi tutte le terre erano di nobili o del clero. I contadini dovevano pagare pesanti oneri feudali (percentuali sul raccolto);
  • la popolazione era divisa in tre classi: il Terzo stato (98% della popolazione), la nobiltà (1,5%) e il clero (0,5%). C’era una grande differenza tra i primi due ordini e il Terzo stato, basata sui privilegi. Nobiltà e clero non pagavano le tasse e solo loro potevano accedere alle alte cariche dello Stato e ai gradi superiori dell’esercito;
  • c’era una forte crisi finanziaria dello Stato: il bilancio era in deficit a causa delle spese militari e per le rendite dei nobili. Data la forte crisi, negli anni Ottanta vennero imposte le tasse anche ai ceti privilegiati che però si ribellarono;
  • vi era una crisi del settore manifatturiero che aumentò la disoccupazione;
  • il sovrano Luigi XVI era impopolare e lui e la regina Maria Antonietta non erano ben visti dalla popolazione: lui non aveva intraprendenza politica e lei non aveva a cuore gli interessi della nazione;
  • il pensiero illuminista si stava diffondendo in tutta la Francia: si iniziò a parlare dei valori di libertà, uguaglianza e rappresentanza.

Tre rivoluzioni

In questa difficile situazione, iniziano a scatenarsi tre rivoluzioni intrecciate tra loro:

  • rivoluzione parlamentare: i rappresentanti del Terzo stato, quasi tutti borghesi, volevano abolire lo Stato assoluto, limitare il potere del sovrano con una Costituzione e introdurre un Parlamento;
  • rivoluzione dei sanculotti delle città: “sanculotto” era il nome che i nobili diedero ai rivoluzionari che non indossavano il tipico indumento maschile, le culotte, cioè i pantaloni al ginocchio. A Parigi, iniziarono a fare delle rivolte per la fame, fino alla presa della Bastiglia;
  • rivoluzione dei contadini: si ribellarono nelle campagne in modo disordinato, assaltando i castelli dei nobili.

Il re convoca gli Stati Generali

Stati Generali = assemblea composta da rappresentanti del clero, della nobiltà e del Terzo stato, provenienti da tutta la Francia. L’ultima volta era stata convocata nel 1614, ma adesso i nobili facevano pressioni sul re affinchè la convocasse di nuovo.

Così nella primavera del 1789, il re chiese ai sudditi di compilare i cahiers de doléances (quaderni di lamentele) per capire quali fossero i problemi della nazione. Le richieste più frequenti erano: abolizione dei diritti signorili, una costituzione e l’eguaglianza fiscale.

Il re Luigi XVI convocò gli Stati Generali il 5 maggio 1789 ma l’atmosfera fu subito molto tesa a causa del sistema di votazione, ovvero come dovevano essere votate le decisioni che sarebbero state prese.

  • I nobili volevano che si votasse “per ordine” (ogni ordine esprimeva il proprio voto), così che nobiltà e clero avevano la maggioranza, votando uniti per difendere gli antichi privilegi.
  • Il Terzo stato invece voleva che si votasse “per testa“, in modo che essendo loro superiori di numero, avrebbero avuto la maggioranza.

Nasce l’Assemblea Nazionale Costituente

Di fronte al rifiuto di votare per testa, il Terzo stato si proclamò unico rappresentante della nazione e si definì Assemblea Nazionale. Luigi XVI fece chiudere la sala dove si riunivano gli Stati Generali, ma i rappresentanti del Terzo stato entrarono nella sala dove si giocava al gioco della pallacorda e giurarono di non sciogliersi finché non fosse stata promulgata una Costituzione.

Il Giuramento della Pallacorda accadde il 20 giugno. Il re fu costretto così a riconoscere l’Assemblea e invitare i rappresentanti di clero e nobiltà. Il 9 luglio 1789 l’organismo prende il nome di Assemblea Nazionale Costituente.

La presa della Bastiglia (14 luglio 1789)

Nel luglio 1789, il Paese era in piena crisi. Il popolo di Parigi, temendo un attacco da parte del re, assaltò dapprima il municipio, chiedendo le armi. Poi il 14 luglio il popolo assalì e distrusse la Bastiglia, carcere politico e simbolo dell’antico regime. I soldati spararono sulla folla e ci furono molte vittime da entrambe le parti. Questa giornata, il 14 luglio 1789, fu considerata l’inizio della rivoluzione tanto che dal 1880, il 14 luglio in Francia è festa nazionale.

Con l’attacco alla Bastiglia, la rivolta popolare si univa a quella parlamentare. Nel frattempo nelle campagne si diffusero molte rivolte disordinate che portarono all’abolizione degli obblighi feudali.

La Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino

Il 26 agosto 1789 fu approvata dall’Assemblea Costituente la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino. Fu proposta dal generale La Fayette sul modello della Dichiarazione d’indipendenza americana.

In 17 articoli vennero proclamati gli inviolabili diritti naturali di ogni uomo: la vita, la libertà, l’uguaglianza, la proprietà e il diritto di resistenza all’oppressione. Inoltre venne riconosciuto il diritto di professare privatamente qualsiasi religione e anche la libertà di stampa, con alcune limitazioni.

Ottobre – novembre 1789

Ad ottobre il sovrano Luigi XVI, fu costretto a tornare a Parigi e ad accettare i decreti dell’Assemblea Costituente. Il 10 ottobre fu proclamato “re dei francesi“: adesso la Francia diventava una monarchia costituzionale, a carattere nazionale e non patrimoniale. Luigi XVI non era più “re della Francia” ma “re dei francesi”.

A novembre, per risolvere il problema del deficit, l’Assemblea decise di requisire i beni del clero. Lo Stato si accollò così il mantenimento degli ordini religiosi. In questo modo il clero divenne un corpo di dipendenti statali.

Cronologia

  • 5 maggio: riunione Stati Generali
  • 17 giugno: Terzo stato si costituisce in Assemblea Nazionale
  • 20 giugno: giuramento della pallacorda
  • 9 luglio: Proclamazione dell’Assemblea Nazionale Costituente
  • 14 luglio: presa della Bastiglia
  • fine luglio – inizio agosto: insurrezioni contadine
  • 4 agosto: abolizione dei diritti feudali
  • 26 agosto: Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino
  • 5-6 ottobre: il re torna a Parigi
  • 2 novembre: requisizione dei beni del clero

Quindi…

La crisi dell’antico regime sfociò nella rivoluzione: il Terzo stato rivendicò i propri diritti contro i privilegi e gli abusi della nobiltà e del clero. L’illuminismo e la rivoluzione americana influenzarono quest’evento; la monarchia non era ben vista da molti e la crisi economica aumentava. Dopo la rivoluzione, il re non aveva più il potere assoluto, il clero e i nobili non avevano più i privilegi e non si potè più tornare indietro.